IL GIARDINO DELLA BELLEZZA È A NOTO

Fino a domenica la città del Barocco sarà animata da un festival di arte e poesia

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Noto. (Siracusa). La seconda edizione del festival Noto-Il Giardino della Bellezza, fino a domenica 6 maggio, sta trasformando la città del Barocco in un libro vivente di cultura. Musei aperti (bellissimi i mosaici visibili a Villa del Tellaro), compagnie teatrali che si esibiscono in diversi luoghi d’arte, reading di versi con il grande poeta siriano Adonis che questa sera alle 21 a Palazzo Nicolaci accompagnato dal pianista Francesco D’Errico poporrà il suo testo inedito L’amore totale. Più di venti gli ospiti del festival: Francesco Buranelli, segretario della Pontificia commissione per i beni culturali, presenterà domani alle 18,30 nella Cattedrale Haec est domus Domini et porta Coeli, riguardante i recenti lunghi restauri della famosa basilica.

La manifestazione è anche l’occasione per visitare luoghi troppe volte chiusi: il Monastero di Santa Chiara sede del Museo Civico, Palazzo Ducezio con la sua fantastica sala degli specchi, il teatro Vittorio Emanuele e Palazzo Nicolaci. Da non perdere, nella città trasformata in palcoscenico, le varie iniziative musicali e teatrali disseminate tra antiche pietre e fregi barocchi che rivestono Noto: i santuari di San Corrado e quello della Madonna della Scala e la fantastica Oasi di Vendicari, un paesaggio incantevole da raggiungere a piedi per scoprire una parte eccezionale di natura incontaminata in Sicilia. Tra i vari incontri: «Poesia siciliana» a Palazzo Nicolaci e «Perché la poesia salverà il mondo»: faccia a faccia tra Adonis e Omar Al-Qatta. Tante le mostre al Museo del Barocco e le installazioni come quella di Fawzi Al-Delmi e l’esposizione dell’artista albanese Alfred Milot Mirashi. Il festival, un progetto di Marco Nereo Rotelli con Luisa Mazza, è organizzato dal comune di Noto e dal gruppo Art Project in collaborazione con la Regione Sicilia e la Provincia Regionale di Siracusa. Per informazioni www.comune.noto.sr.it

di Tina Lepri, edizione online, 4 maggio 2012

 

Fonte: il Giornale dell’Arte


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